Gosha Rubchinskiy

2016 Alexis Dadier. Ok, ho controllato due volte il titolo, per esser sicura di averlo scritto giusto. Verde, campestre, acquosetto rugiadoso, come sempre sento l’angelica, la camomilla si sente bene e che il buchu che resta una delle mie curiosità maggiori, capire che sentore abbia esattamente, le descrizioni su di esso, confondono. Sento un verde quasi mentoso, non percepisco nè vetiver, nè patch, lo storace non lo avrei qui identificato perché è proprio più un sentore di roccia e terreno, minerale. I semi di mandarino credo siano l’unico accenno di luminosità, che pare quasi zenzerosa. La descrizione parla di cemento caldo, io sento più roccia che cemento e non proprio caldo, solo un po’ soleggiato, poi però rubber e tar, pare che parli di un altro profumo, io non sento nessuna gomma, anzi, mi sa di campagna, verde erbaceo, bagnato, roccioso, non legnoso, parte fresco e diventa tiepido. Close skin e proiezione quasi nulla.

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