Non mi addentro nella descrizione di cosa sia il kyphi e degli esperimenti per ricrearlo, sono letture molto interessanti, ma il mio intento è descrivere il profumo che sento.
Particolarissimo, spezie, resine, un leggero agrumato che poi si appiana (wild orange), una intensissima c’era d’api, anzi direi che è la fragranza che meglio esalta questa nota, jatamansi o nardo, immagino sia la nota erbacea principale è torna con la descrizione che ne da Fragrantica: un po’ dolce, erbaceo, resinoso e speziato, come odore, quasi simile al grasso animale, ci sta, ed in effetti ruba la scena, appena arriva. È davvero un profumo strano, di quelli che suscitano interesse e curiosità che non una fragranza effettivamente portabile.
La mimosa inciderà su lati dolci e freschi, il lemongrass, c’è, ma è inscindibile dalle note verdi/vegetali assieme al ginepro.
Il mix resinoso non è scomponibile in singole note, mirra e olibano in primis. Ci dovrebbe essere anche l’henné oltre al calamo, note che non percepisco, zafferano in lontananza. Difficile da descrivere e veramente particolare, la parte vegetale nel proseguo si smorza molto, le spezie, resine ed il balsamico tornano protagoniste. Non ci sono note legnose. Caldo, direi 80% maschile, diventa leggermente fumè in stadio avanzato.
Il mix resinoso può creare la sensazione di cripta umida, forse proprio l’odore che uno si aspetterebbe all’apertura di una piramide chiusa da secoli.