Le Sillage Blanc

2016. Fragranza non immediata nè semplice, giocata su toni verdi ed amarognoli, infatti c’è un tripudio di galbano, ma si sente anche un po’ di artemisia, ed oakmoss, fda e neroli non pervenuti sulla mia pelle, ma nemmeno l’ylang (non riportato da Fragrantica ma nelle note ufficiali), forse dietro al verde si sente qualcosa di floreale ma il galbano ruba tutta la scena per se (d’altronde lo fa praticamente sempre sulla mia pelle), persino l’accordo di pelle stenta a farsi sentire. L’ambretta, con quel suo sentore speziato e pepato, si percepisce bene, patch sicuramente mimetizzato nel verde; il tabacco non c’è nelle note ufficiali ma è un’impressione chiara e percepibile presente tra il galbano e la nota di pelle e che resta per tutta l’evoluzione della fragranza, potrebbe comunque esser più una impressione che una nota. Sembra quasi più fresia che oakmoss talmente è verde e quasi aspro-luminoso, vegetale e terroso, ma i toni più aspri recedono presto pur restando luminosa. La nota di pelle la percepisco appena anche nel proseguo, una vecchia giacca o guanti perdi nel bosco e ricoperti dalla natura, non sento legno. Certo che al buio del nome uno si aspetta una fragranza ai fiori bianchi, invece è tutt’altro. La vedo un 75% maschile. Una bella e complessa fragranza, personalmente continuo a faticare ad apprezzare le nuances amare non solo come indosso personale ma anche su chi mi sta accanto, ma è indubbiamente un bel profumo. Fa un 5h su di me

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