Les Tresors De Sriwijaya

2017. Discontinuato
Fragranza molto difficile da descrivere ma d’altronde me lo aspettavo, in questi casi cerco di procedere a piccoli passi.
La prima nota che sento è muschio e, considerando i miei problemi di anosmia con questa nota, la noto subito. Le note più selvatiche ed animali si calmano dopo poco, ma sottolineo che si tratta di accenni, è una fragranza apprezzabilissima anche da chi non ama sentori animali, in genere è la mia pelle ad esaltarli particolarmente, gli accenni iniziali dopo poco si fondono con il resto. Lo trovo unisex, diciamo che in complessivo è una fragranza al 65-70% maschile ma non più di così. Non è dolce, non è tondo, non ha pungenze o asperità, non è precisamente un floreale. Fragrantica come prima nota percettibile mette il Frangipane, su cui non sarei d’accordo. C’è una parte floreale che fa risplendere e dà vita al tutto ma il frangipane non è, su di me, evidente singolarmente in maniera netta, così come l’ylang, si percepisce anche che non sono classici fiori bianchi o un fiorito gentile e timido, sono fiori pieni, tropicali e rigogliosi. È un profumo luminoso senza che si avvertano note citriche, probabilmente è lo zenzero da solo a schiarirlo così.
Ci sono molte note che confluiscono in un sentore caldo-terroso-roccioso. I fiori dunque non sono al centro dell’attenzione ma come fossero racchiusi in un cuore centrale, in una grotta nascosta ma luminosa.
La frutta nonsi percepisce nettamente, serve probabilmente come tono rinfrescante perché nonostante la terrosità e mineralità, non è una fragranza cupa, ma luminosa e viva.
Di note verdi se ne trova un chiaro sentore, ovviamente praticamente impossibili da scorporare in singole note, sicuramente faranno capo al patch della base.
La componente terrosa e minerale ha un po’ di legno, ma non troppo (oud), sandalo ben più netto, tabacco, cacao ma soprattutto styrax, e si fonde con l’altra componente quella resinosa di olibano, benzoino e tolu.
C’è una leggerissima polverosità del rizoma dell’iris, ma estremamente leggera; non sento un netto balsamico delle resine, ma più un effluvio patch/mentolato, anche il patch stesso ha toni verdi/terrosi. Le spezie non si percepiscono nettamente assieme alla vaniglia, probabilmente fuse nel tutto così come vetiver e oakmoss che forniranno un contributo di freschezza senza esser chiaramente discernibili. L’ambra grigia è inizialmente leggera, ma prende più evidenza a dd inoltrato senza però prevaricare la parte resinosa, e sfuma molto nel lungo finale, anzi direi proprio che l’ambra grigia, diventa di molto più presente del civet, su di me.
In mezzo a questo terroso, sandaloso, minerale, resinoso e ambragrigioso profumo c’è il cuore floreale muschiato.
Mi piace davvero parecchio, non è spigoloso ma secco come tono finale, senza eccessi. Non sento toni affumicati o smokey.
Oserei dire che è un profumo da meditazione, una grotta interiore in cui rifugiarsi dalla quotidianità, una bolla protettiva perchè più che un profumo è un microcosmo intero, fornisce silenzio e quiete anche dove non c’è.

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