Romanza, Victorian Narcissus

2015. Cristiano Canali. Su di me i fiori si sono sentiti immediatamente senza il passaggio fra note verdi nessuna nuance nè erbacea nè amara. Fragranza intensa, forte, dolce, capisco subito perché l’aggettivo più spesso usato per descriverla sia decadente, l’impatto floreale quasi stordisce, anzi, al momento è la fragranza più narcotica che abbia mai provato, è quasi fungina a tratti, resta spiccatamente dolce anche su polso maschile, ma su di me pare sia stato aggiunto del miele. Non ho avvertito anice o qualcuno riporta assenzio, le note fiorite non si riescono a separare bene fra loro, almeno inizialmente, nessuna nota indolica, il vetiver schiarisce leggermente ma non lo avrei mai identificato senza leggere le note, non sento nessun legno. Ci sono in effetti delle note verdi ma su di me risultano affogate nella dolcezza floreale, forniscono alcune sfumature amare che contrastano l’overdose floreale. Assolutamente una fragranza, più di altre, imprendibile a scatola chiusa. La prevalenza di narciso credo comunque di sentirla ma mi si confonde molto con il giacinto, quasi un tutt’uno, viene in mente una stanza piena di vasi di fiori per un matrimonio, chiusa al sole per alcune ore. Pian piano vengono fuori anche delle note più animali, non prevaricanti ma tali da aumentare la dolcezza del tutto, l’indolico leggerissimo arriva in un secondo tempo, percettibile ma non intenso. Una fragranza ben orchestrata per gli amanti del genere retrò’, originale, audace, dalla personalità decisa, non facile da capire ed anche complessa da descrivere, sono affascinata da qualcosa di così anni luce distante da me, quasi come se incontrassi un alieno. L’evoluzione della parte zibettosa è la parte che mi è piaciuta di più, quando i fiori si “spengono”, ma non arrivo mai a sentire la mirra o nessun lato resinoso nè balsamico così come assolutamente nessun tratto legnoso, strano perché in molti descrivono queste componenti che avrebbero sicuramente modificato le mie sensazioni. Secondo me non è un profumo primaverile, non ha nulla di fresco, forse invernalissimo o estivissimo per via degli opposti e della resa delle note animaliche in estate piena, quando si dice osare.

Salvo diversa indicazione, il contenuto di questa pagina è sotto licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 License